Caffè da asporto

Domenica. Pasticceria in centro. Da quando l’orizzonte si è ristretto, il giro collina è la direzione mattutina. Al rientro, si passa a prendere il croissant, rigorosamente alla crema.
Oggi erano finiti. Mi dispiace, dice il signore. È sempre stato burbero, ma da quando è iniziata la modalità asporto sembra essersi accorto dei clienti. Li riconosce, ricorda le preferenze, è gentile. Scelgo il gusto cioccolato. Li mette con cura nel sacchetto. Se diventiamo rosso scuro non so se domenica prossima potremo restare aperti. Aggiungo una torta, e anche due caffè. Li beviamo a casa, gli dico. Me li porge con un sorriso: si vede dagli occhi.
Non so se questo signore l’ho mai visto sorridere.
Mi raccomando – aggiunge mentre esco -, li tenga ben chiusi, altrimenti si freddano.

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